RES s.c.s.

UNA SCELTA DI CAMPO

E - vi preghiamo - quello che succede ogni giorno
non trovatelo naturale.
Di nulla sia detto : è naturale
in questo tempo di anarchia e di sangue,
di ordinato disordine, di meditato arbitrio,
di umanità disumanata, Così che nulla valga
come cosa immutabile.

B. Brecht, L'eccezione e la regola

"Nulla di ciò che non è adatto anche per l'individuo o il bambino normale può essere utile per l'individuo handicappato. (...)"

Desideriamo che il nostro "fare" si ponga in una dimensione di continuità con le scelte politiche e metodologiche che hanno portato a profonde trasformazioni quali la legge 180 sulla chiusura dei manicomi, fino alla legge 104, per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti per le persone handicappate. In questa prospettiva ci piace ricordare Basaglia ...

Siamo infatti convinti che la dimensione culturale si trasforma in intervento politico, nel momento in cui diventa Progettazione volta a sostenere, promuovere e a realizzare, una coscienza etica della cura e del rispetto della persona.

Politico, perché ci si interroga sul tipo di società in cui si vive, oltre che su quella che si vorrebbe costruire.

Politico, perché avanza proposte in merito, cercando di realizzare esperienze che non separino il normale (il convenzionale) dall'anormale (quello che esce dalle convenzioni), dove ad ogni individuo sia data la possibilità di evolversi in armonia con le sue possibilità, nella ricerca dei propri significati e nessi .

Individui liberi, liberi di scegliere e di decidere; individui solidali, ancora in grado di identificarsi in un corpo sociale " nella fatica a sentire gli altri esseri umani come noi e ad amarli nella pienezza invece di usarli come merce (...)" (P.Tranchina, Il segreto delle pallottole d'argento, Centro di documentazione di Pistoia Editrice, 1984)

In questa cornice rappresenta per noi un'eredità fondante, "pegno di Utopie condivise" (Tranchina) riportare alcuni concetti:

"Quindi l'handicap non è una malattia ma è il risultato finale di una malattia che può provocare dei danni, estrinsecabili in una diminuita capacità di prestazioni (disability), la quale provoca uno svantaggio (l'handicap) nei rapporti tra individuo e società.
Il termine handicap indica la discordanza tra lo stato di un individuo e le sue performances da un lato, le aspettative che su di lui ha il suo gruppo di appartenenza sociale, dall'altro.
Il concetto dipende anche da norme culturali, cosicché una persona può essere considerata handicappata in un gruppo sociale e non in un altro. Tempo, luogo, stato e ruolo contribuiscono tutti a definire la natura, la dimensione dello svantaggio-discordanza.
" (F. Ongaro Basaglia, Enciclopedia Einaudi).

Oggi più di ieri l'attuazione di queste impostazioni metodologiche richiede politiche sociali integrate di soggetti in grado di dare risposte complesse come lo sono i bisogni e la qualità della vita delle persone.

L'espressione "impresa sociale" circola in ambienti abbastanza eterogenei: tra chi si occupa, a vario titolo, di privatizzazione o di riqualificazione dell'assistenza sociale, tra chi si occupa di politiche del lavoro, nell'universo del volontariato, delle imprese no profit e in quello delle cooperative sociali istituite nel 1991 dalla legge 381.

Di impresa sociale si è cominciato a parlare nel 1987 per dare un nome a nuove strategie volte a fronteggiare sia la crisi del lavoro che la crisi dell'assistenza, in alcune esperienze storiche d'innovazione delle istituzioni e delle politiche sociali in diversi luoghi d'Europa e d'Italia.

"Quando si costruisce una cooperativa di lotta all'emarginazione o una comunità terapeutica, il rischio più grande è quello di creare uno spazio separato, che si alimenta proprio sull'alterità del progetto e dei partecipanti rispetto al fluire normale della vita sociale. (...). Le strategie di impresa sociale valorizzano invece le differenze <tra> le persone, le mescolanze, come moltiplicatori di relazioni, di scambi ed esperienze, come risorse di singolarizzazione.". (Ota de Leonardis, l'Impresa sociale, Ed. Anabasi, 1994)

In questo senso le "strategie di impresa" sociale sono progetti collettivi, che contano molto sul senso di appartenenza, sull'identità di gruppo. La natura del progetto e la forza su cui si alimenta l'identità di gruppo sono rivolte a produrre il benessere delle persone, a creare giustizia sociale.

Essere soggetti in grado di dare risposte complesse, nel rispetto delle impostazioni metodologiche e delle scelte politiche e culturali sin qui descritte, significa essere soggetti complessi, per scelta.
La valorizzazione e la verifica delle esperienze acquisite, la capacità di comunicare e rendere visibili le stesse, il lavoro in rete sono attributi indispensabili e qualificanti di un progetto rivolto alla Persona.

Per garantire questi standard qualitativi abbiamo intrapreso la strada della Cooperazione tra Cooperatori, utilizzando tutti gli strumenti che il nostro consorzio di cooperative sociali, Sinapsi, mette a disposizione: la condivisione delle risorse esperienziali, il funzionamento a rete che permette la circolazione delle informazioni, la formazione continua degli operatori, l'utilizzo delle infrastrutture e delle risorse tecnologiche.

In questo senso la progettualità diviene "collettiva", la realizzazione pratica delle idee si avvale del contributo di tutti gli attori sociali coinvolti, in un processo sinergico di scambio.

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